Carissimi benefattori
E’
con gioia che mi accingo a comunicarvi alcune notizie della nostra
missione in questo periodo natalizio. La comunicazione avvicina i cuori
anche se le persone sono lontane. Diamo ragione al proverbio che recita:
”Natale coi tuoi e Pasqua con chi vuoi”.
Il tempo delle piogge e’ appena iniziato
con due o tre acquazzoni e poi si e’ fermato ed il caldo e’ veramente
eccessivo. Attendiamo altra pioggia e un po’ di frescura per
i giorni più vicino al Natale. Intanto tutti qui sono impegnati a
zappare quel poco di terra che ciascuno ha attorno a casa, per piantare i
vegetali e il granturco che la pioggia e il sole si
incaricheranno di far crescere e assicurare farina e verdura, cioè il
cibo tradizionale e invariato di ogni famiglia.
Con
il primo dicembre e’ terminato l’anno scolastico, che qui comincia a
gennaio ed e’strutturato in modo di avere un mese di vacanza ogni tre
mesi di scuola. Abbiamo chiuso la nostra scuola con gioia, per l’impegno
profuso dai nostri insegnanti e il successo di tanti nostri bambini che
sono riusciti ad arrivare tra i primi nella classifica dei promossi del
Distretto di Chegutu, ma anche con un po’di preoccupazione per altri
che non riescono a inserirsi con profitto nel sistema scolastico che
pare essere tanto lontano dai loro problemi.
Visitando
le famiglie di questi ultimi, abbiamo fatto scoperte dolorose per la
grande povertà che le affligge. Si può trovare una mamma ammalata di
tubercolosi con quattro figli in età scolare in una casa formata da una
sola stanza senza finestre. Buio completo, eccetto un raggio di luce per
un mattone che manca. Si può trovare una bambina a piangere sul letto
perché ha mal di testa, ma in realtà sono tre giorni che non mangia. Si
può cercare la causa di due giorni di assenza da scuola di un’altra
bambina e venire a sapere che e’ appena morta per denutrizione.
Alcuni
vengono a noi da troppo lontano e non potranno mai resistere a 5 ore di
scuola (dalle 7,30 alle 12,30) senza dormire durante le lezioni e non
potranno mai arrivare a casa se prima non passano dalle suore a ricevere
pane e marmellata per affrontare la lunga strada del ritorno. Le loro
case sono stanze fatte di latta che il caldo arroventa ed il freddo
gela. I buchi sono chiusi da pezzi di plastica. Abbiamo portato a queste
famiglie lontane, scarpe e vestiti più di una volta, ed e’ stata una
festa per tutti.
Impossibile
pretendere risultati scolastici sufficienti e la compassione per loro
non e’ abbastanza, anzi e’ una vergogna in confronto alla dignità con
cui essi vivono la loro situazione.
Stiamo pensando a due possibili soluzioni: una refezione ed un tempo di lezioni supplementari.
Un
gruppo di Milano chiamato “La goccia” ci ha offerto il denaro per un
sistema di irrigazione così attorno alla scuola, dove abbiamo tanto
terreno, pianteremo anche noi vegetali e granturco per la refezione. E’
un piccolo inizio per “dare da mangiare agli affamati” e per poter
offrire qualcosa di più abbiamo pensato di lanciare un grido di aiuto,
cioè un progetto col nome “Il pane della vita”. Con esso
chiediamo che ci sia una domenica, ogni tre mesi (nelle parrocchie che
accettano), in cui ogni famiglia dona un euro per il “Pane della vita”.
Pensiamo così di affrontare l’impegno che ci assumiamo trimestre per
trimestre.
Il progetto delle lezioni supplementari sarà più difficile in quanto ci chiederà di rimunerare regolarmente un insegnante. Per ora lasciamo nelle mani della Provvidenza questo progetto ed attendiamo con speranza.
A tutti voi in Italia, insieme al grazie per tutto quello che gia’ tanto fatte per noi, inviamo gli auguri per un Nuovo Anno sociale, religioso e politico più gratificante e siamo certe che il Signore con la Sua Venuta non mancherà di esaudire i desideri di ciascuno.
Con sincero affetto,