mercoledì, dicembre 24, 2008

L'epidemia di colera in Zimbabwe. Testimonianze di Suor Antonietta, Dominic e Medici senza Frontiere

Suor Antonietta, 20 Dicembre 2008

Carissimi benefattori,
eccoci al nostro appuntamento natalizio.
Penso che quest'anno le TV abbiano parlato abbondantemente anche in Italia dello Zimbabwe, per tante ragioni e, comunque, le notizie che vengono da chi ci vive personalmente sono forse più efficaci a descrivere la situazione.

Dopo il caos creato da un'inflazione mai vista prima nel mondo, che ci ha fatto girare per le strade con i bilioni, i trilioni e i quadrilioni in tasca e nelle borse, ora è scoppiato il colera e purtroppo ha fatto più di 700 vittime. Altre migliaia sono in pericolo per mancanze di medicine. Come sapete gli ospedali sono chiusi e la mancanza d'acqua depurata appesantisce la situazione.

Fortunatamente nella nostra scuola abbiamo acqua potabile in abbondanza perchè abbiamo potuto scavare più di un pozzo, ma in varie zone di Chegutu e di Harare c'è una forte siccità.

La mancanza di acqua in modo prolungato è un'esperienza difficile da sopportare e molti forse hanno bevuto acqua contaminata o mangiato cibi avariati. Muoiono in 20 o 30 alla volta.


Dominic, 24 Dicembre 2008

Il più grande problema qui è che non si trova acqua pulita. L'acqua nelle case non è trattata chimicamente perchè le persone non posso permetterselo e quello che si fa è scavare alla ricerca di altre fonti d'acqua. Quella che si trova in superficie però non è potabile e le persone si ammalano. In una stessa settimana sono morte a Chegutu un giorno 60 persone e un altro 37 perchè non potevano permettersi le medicine per il colera. Fortunatamente da allora i numeri sono diminuiti grazie all'aiuto di alcuni bianchi.

Qui da noi lavorano persone che hanno perso i loro parenti, un ragazzo ha perso il padre e un altro il nonno. La cosa più triste è che le persone muoiono poche ore dopo aver contratto la malattia e i corpi devono essere immediatamente seppelliti dopo la morte in quanto il colera è contagioso.

I corpi vengono avvolti in un primo foglio di plastica che viene chiuso alle estremità, poi in un secondo foglio e così portati subito al cimitero e seppelliti. E' davvero strano da vedere.



Medici Senza Frontiere, 19 Dicembre 2008


Una seconda epidemia di colera ha colpito Chegutu, una città situata a 100 km a ovest di Harare, dove più di 100 persone sono morte dopo il primo caso di colera, registrato lo scorso 24 novembre.

MSF è arrivata a Chegutu, una città di circa 55.000 abitanti, lo scorso 12 dicembre, quando è esplosa l’emergenza.

Lo spettacolo che MSF si è trovata davanti nel centro statale per il trattamento del colera (CTC), è stato raccapricciante. I casi registrati sono stati oltre 650 con almeno 74 morti.

I pazienti giacevano sul pavimento, alcuni accanto ai cadaveri, senza servizi igienico-sanitari a disposizione, senza cibo né acqua.


“Regnava il caos assoluto”, spiega Luis Maria Tello, coordinatore del Pool di emergenza di MSF. “Non c’erano letti e i pazienti giacevano ovunque. Le persone morivano di sete perché non c'era acqua a disposizione”.

La rimozione dei cadaveri è stata una delle priorità fissate dal pool.
Nell’arco di un giorno, MSF è riuscita ad effettuare la disinfezione del luogo e la rimozione di tutti i cadaveri. L’equipe di MSF ha fornito oltre 150 letti specifici per i malati di colera, circa 3.500 litri di Ringer lattato, utilizzati per il trattamento di questa malattia, e 6 tende.

Harare e dintorni

Il numero di casi seguiti da MSF ad Harare sta diminuendo. La settimana dell '8 dicembre, MSF ha curato 742 pazienti mentre in quella precedente ha trattato ben 1.143 casi. È in netto calo anche il numero di casi registrati a Gweru. A Epworth e a Chitungwiza, tuttavia, il numero di pazienti è in lieve aumento.

lunedì, dicembre 22, 2008

Aggiornamenti al 16 dicembre

La costruzione delle classi procede bene nonstante l'epidemia di colera scoppiata recentemente in Zimbabwe abbia causato la morte di circa 60 persone nelle ultime due settimane.

Stiamo facendo del nostro meglio per raccogliere i materiali necessari prima che la maggior parte delle imprese chiuda per le festività natalizie e nella settimana passata siamo fortunatamente riusciti a trasportare da Harare a Chegutu i 200.000 mattoni necessari.

Lo scavo delle fondamenta è stato ormai terminato e alcuni giorni fa gli operai hanno cominciato a lavorare alle basi per i pilastri.




Nella foto a destra Suor Luisa alle prese con l'acciaio necessario per rinforzare i pilastri.



Qui a sinistra invece si può vedere una delle basi dei pilastri. Per ognuna sono necessari circa 8 sacchi di cemento.

sabato, dicembre 06, 2008

Aggiornamenti Novembre Dicembre

La casa degli ospiti è ormai pronta ad accogliere i nostri benefattori. Sotto il soffitto della veranda , il corridoio illuminato, l'ingresso della cucina.



I lavori per la costruzione delle classi sono invece cominciati giovedì 27 dicembre.

Abbiamo già ricevuto la lista dei materiali necessari per cominciare i lavori e presto andremo in Botswana per acquistarli. Importeremo invece dal Sud Africa l'acciaio per rinforzare la costruzione.

Nella foto gli operai che caricano la sabbia del fiume. In questi giorni dovremo caricare tra i 7 e i 9 carichi al giorno ed ogni carico è di circa 4.5 tonnellate. Ad oggi abbiamo più di 150 tonnellate e non siamo lontani dalle 200 necessarie per le basi e le fondamenta.